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Lo Stelvio al Giro

Pillole di storia della Cima Coppi di questa edizione della Corsa Rosa.
21 October 2020

Il Giro d'Italia 2020 avrà nel Passo dello Stelvio la sua vetta più alta, la cosiddetta Cima Coppi. Con i suoi 2758 metri sul livello del mare, lo Stelvio risulta essere il secondo passo carrozzabile più alto d’Europa (il primo è l’Iseran nelle Alpi francesi). La salita possiede tre versanti: uno svizzero e due italiani. Per quanto riguarda i due versanti più noti (quelli italiani), essi collegano la provincia di Sondrio con il Südtirol. Dal lato lombardo, la salita inizia da Bormio a quota 1225 m s.l.m.: l’ascesa misura complessivamente 21,5 km, la pendenza media è del 7,1% mentre la massima è al 12%. Dal lato altoatesino, invece, si inizia la scalata dal borgo di Prato allo Stelvio, a 915 m s.l.m.: in questo caso l’ascesa è di quasi 26 km con pendenza media del 7,7% e massima al 12%.

Lo Stelvio venne scoperto sportivamente da Vincenzo Torriani, storico patron del Giro, che lo inserì nel percorso del 1953, quando a Bormio vinse un trentasettenne Fausto Coppi. A partire da quell’anno, lo Stelvio venne scalato altre undici volte e in quattro occasioni funse da punto di arrivo della tappa, l’ultima volta nel 2012 con la vittoria di Thomas de Gendt, che gli permise di salire sul podio in quell’edizione della Corsa Rosa.

Una scalata particolarmente iconica fu quella del 1975: in un’edizione che soffrì dell’assenza del Cannibale Eddy Merckx, costretto al forfait da una angina, il patron Torriani decise di disegnare un Giro a immagine e somiglianza di Gianbattista Baronchelli (capace di battere Merckx l’anno precedente alle Tre Cime di Lavaredo), inserendo lo Stelvio come traguardo dell’ultima frazione. A causa di questo evidente favoritismo, Francesco Moser e tutta la sua Filotex diserteranno la corsa concentrandosi sul Tour de France. La scelta di Torriani, tuttavia, non giocò in favore di Baronchelli, che deluderà in un Giro non trasmesso in televisione ma solo sulle frequenze radio, a causa dell’epilogo scontato degli anni precedenti con le ripetute vittorie del Cannibale belga. Fra i vari Battaglin, De Vlaeminck e Gimondi, a trionfare fu il bresciano Fausto Bertoglio, il quale si presentò in maglia rosa ad Alleghe nell’ultima tappa, che sarebbe poi terminata sullo Stelvio. Sull’interminabile ascesa si sviluppò un bel duello fra il primo e il secondo della classifica generale: Bertoglio e l’iberico Francisco Galdos, con il leader a controllare gli attacchi dello spagnolo e, dato che non faceva Merckx di cognome, a lasciare la vittoria al rivale. A completare il podio Felice Gimondi, solo decimo Baronchelli. 

Negli ultimi anni, lo Stelvio è stato proposto più frequentemente rispetto al passato: ricordiamo il tappone del 2014 con Gavia, Stelvio e arrivo in Val Martello con la firma di Nairo Quintana o la più recente scalata del 2017, con Landa in fuga che venne raggiunto da Nibali, autore di un’autentica picchiata in discesa verso Bormio, con lo sprint che sorrise al siciliano per la vittoria di tappa. Nella tappa del Giro di quest’anno, l’arrivo sarà fissato ai laghi di Cancano dopo aver scalato lo Stelvio dal versante altoatesino: chissà chi sarà il primo a scollinare su questa storica ascesa.

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