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Giro d'Italia 2023: il percorso (tappe 1-9)

L’arrivo in salita di Campo Imperatore è l’highlight di una prima settimana che si apre e si chiude con due crono che potrebbero scavare solchi già decisivi nella classifica generale.
2 May 2023

Dopo la partenza dall’Ungheria che ha caratterizzato l’ultima Corsa Rosa, per l’edizione numero 106 del Giro d’Italia RCS Sport ripropone la Grande Partenza sul suolo italico, nello specifico dall’Abruzzo. La prima giornata risulta subito importante per la classifica generale in quanto è prevista una cronometro individuale da Fossacesia Marina a Ortona, 19,6 km con un percorso che vivrà i suoi primi 16,8 km in pianura lungo la Costa dei Trabocchi, mentre i restanti 3 km saranno più ardui: dopo il secondo rilevamento cronometrico di Porto di Ortona, si salirà verso corso Garibaldi per poi riscendere e imbeccare un breve falsopiano che porterà all’arrivo, posto su un 4ª categoria che regalerà, oltre alla prima Maglia Rosa, anche la prima Maglia Azzurra di leader della classifica del GPM. A nostro giudizio si tratta di una crono decisamente favorevole agli specialisti dell’esercizio, con gli scalatori più puri che dovranno difendersi per limitare i danni.

La seconda tappa di questa edizione della Corsa Rosa, da Teramo a San Salvo per un totale di 202 km, rappresenterà la prima occasione per gli sprinter di alzare le braccia al cielo. Infatti, dopo una partenza abbastanza vallonata ci aspetteranno ben poche difficoltà altimetriche rappresentate dai GPM di 4ª categoria di Silvi e Ripa Teatina, inframezzati da un altro strappo, quello di Chieti, valevole come sprint intermedio. Gli ultimi 70 km saranno pianeggianti e quindi a San Salvo vedremo per la prima volta sprintare i velocisti che prenderanno parte a questa edizione del Giro. 

Terza frazione da Vasto a Melfi di 213 km, divisi fondamentalmente in due parti. I primi 170 km sono molto semplici e vedranno il gruppo passare dall’Abruzzo alla Puglia per poi sconfinare brevemente in Basilicata, entrare nella provincia campana di Avellino e concludersi infine in quella lucana di Potenza. Al km 180 ci sarà il primo GPM di giornata, vale a dire il Valico dei Laghi di Monticchio, salita pedalabile (un 3ª categoria di 6,3 km al 6,4% di pendenza media) a cui seguirà un falsopiano e, in successione, il Valico della Croce (4ª categoria), allo scollinamento del quale mancheranno soltanto 25 km alla conclusione, equamente divisi tra discesa e pianura fino al traguardo di Melfi. Le due salite posizionate a questa distanza dal traguardo fanno pensare alla possibilità da parte delle squadre dei velocisti più resistenti di aumentare l'andatura su questi GPM con l'intento di staccare i velocisti più puri: tappa nel complesso ben disegnata.

Quarta tappa che invece partirà da Venosa per concludersi a Lago Laceno lungo un tracciato di 175 km: 3 GPM in programma, cioè Passo delle Crocelle, Valico di Monte Carruozzo e la salita finale di Colle Molella, tutte di 2ª categoria. I primi 2 GPM saranno innocui per l'andamento della tappa e fungeranno da bacino di punti per la classifica della Maglia Azzurra, mentre la salita finale deciderà la frazione: si tratta di un’ascesa di 9,6 km al 6,2%, con punte massime al 12% nella seconda parte dell'ascesa che propone, fra il km 5,5 ed il km 8,7, una pendenza media del 9,4%. Dallo scollinamento mancheranno solo 3 km al traguardo, la maggior parte in piano per arrivare al traguardo di Lago Laceno che premiò, nell'ormai lontano 2012, un rampante Domenico Pozzovivo e che, come usualmente si dice in questi casi, non ci dirà chi potrà vincere il Giro, ma molto probabilmente ci farà capire chi non avrà la possibilità di arrivare a Roma con la Maglia Rosa cucita sul petto.

Frazione sicuramente più tranquilla la quinta, da Atripalda a Salerno per un totale di 171 km. La prima parte della tappa, cioè i primi 95 km, saranno ricchi di difficoltà, con il Passo Serra in avvio di tappa e, successivamente, una lunga salita non categorizzata come GPM lungo l'Irpinia. I restanti 76 km invece sono molto più semplici, col GPM di terza categoria di Oliveto Citra ultima vera difficoltà altimetrica al km 113,9, troppo lontana dal traguardo per scombinare i piani delle squadre degli sprinter. Occhio alla possibilità di una fuga a lunga gittata che potrebbe prendere il largo nella prima parte, ma una volata è comunque lo scenario più probabile visto a che punto del Giro siamo, per quello che è un tipo di tappa che rivedremo in qualche altra occasione in questa Corsa Rosa.

La sesta tappa del Giro ricalca nel nome della località di partenza e arrivo la tappa dello scorso anno, ma in realtà non ha nulla a che fare con la frazione scoppiettante vinta da Thomas De Gendt. La Napoli-Napoli di 162 km propone infatti un bel tracciato per i primi 127 km di percorso, con la salita del Valico di Chiunzi (2ª categoria, 8,3 km al 6,3%) che rappresenterà il momento più difficile della tappa, ma arriva già al km 48,8. Dopo una breve discesa e la breve scalata al Colle San Pietro, una lunga discesa porterà i corridori sulla costiera amalfitana, attraversando le famosissime Amalfi e Positano fra le altre. Altro GPM di giornata il 3ª categoria di Picco Sant'Angelo, con scollinamento al km 95. Seguirà una discesa con passaggio dal traguardo volante di Sorrento: da qui in poi altri due strappi tranquilli, l'ultimo dei quali a 35 km dal traguardo. A questo punto ci sarà soltanto pianura fino al traguardo di una tappa che, ancora una volta, presenta le principali asperità nella prima metà e che quindi non può altro che chiamare a sé, in merito alla probabile risoluzione, l’espressione “volata di gruppo”.

Uomini di classifica protagonisti invece nella settima tappa, da Capua a Campo Imperatore, sul Gran Sasso, per la bellezza di 218 km. La frazione non ha nulla da dire per i primi 70 km, tutti in falsopiano nei quali verrà organizzata la fuga di giornata. A quel punto la strada si impennerà fino allo svincolo verso Rionero Sannitico, per poi scendere brevemente da Castel di Sangro. Da qui si salirà verso il 2ª categoria di Roccaraso, cui seguirà una lunghissima discesa. Dopo un po’ di fondovalle, già al km 175 inizia la lunghissima ascesa finale, divisa in due parti: la prima (13,5 km al 6%, 2ª categoria) con scollinamento (si fa per dire) a Calascio; qui la strada continuerà a salire con pendenze più dolci e alcuni tratti in contropendenza andando a formare la salita finale che, formalmente, misura 26,4 km al 3,4% e porta all'arrivo; naturalmente, però, la vera salita finale può essere condensata negli ultimi 4 km di ascesa, che presentano una pendenza media dell'8,2%, con punte al 10%. Questa tappa è più dura di quanto non si creda, sia per la lunghezza sia perché, per succedere a Simon Yates, il quale vinse su questo arrivo in Maglia Rosa nel 2018, servirà arrivare a quota 2130 metri e noi tutti sappiamo che sopra i 2000 i valori in campo sono particolari.

Dopo tante tappe dure nella prima parte e più dolci nella seconda, finalmente una tappa mista che spara tutte le sue cartucce nel finale: la Terni-Fossombrone di 207 km fa al caso nostro. Dopo i primi 150 km di tappa tranquillissimi, la corsa si accenderà con il GPM de I Cappuccini (2,8 km al 7,9% 4ª categoria), che presenta una prima parte molto dolce con pendenza attorno al 4,1% ma una seconda, per la precisione gli ultimi 1500 metri, con pendenza media superiore alla doppia cifra con una punta al 19%. Seguirà una veloce discesa tecnica che ci porterà per la prima volta sul traguardo di tappa; subito dopo si scalerà il Monte delle Cesane (7,8 km al 6,5%, 2ª categoria) al cui scollinamento mancheranno 37 km all’arrivo. Dopo la fine della discesa si starà tranquilli fino al km 198: da Fossombrone si inizierà di nuovo a salire, affrontando per la seconda ed ultima volta il GPM de I Cappuccini, al cui scollinamento resteranno solo 5,9 km alla conclusione, la maggior parte dei quali in discesa che terminerà in corrispondenza dell'ultimo chilometro per un arrivo sostanzialmente in pianura ma che stuzzicherà molto gli scattisti. Occhio qui anche agli uomini di classifica perché il buco è dietro l'angolo.

Provincia di Forlì-Cesena protagonista della nona e ultima tappa della “prima settimana” di questo Giro, da Savignano sul Rubicone a Cesena per un totale di 35 km contro le lancette. La seconda cronometro della corsa, inserita in posizione strategica alla fine dei primi nove giorni di gara e prima del giorno di riposo, risulta essere completamente pianeggiante, con i tre rilevamenti intermedi di Fossa (Km 13), Ruffio (Km 22,1) e Cesena (km 29) che non faranno altro che far disperare chi sta andando male e caricare chi invece sta andando bene in una giornata che promette distacchi da tappone di montagna tra chi va bene a cronometro e chi no.

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